Salve, gente!
Ricordate quando dicevo che leggere – e recensire – il secondo libro di una serie è un gran bel casino? Bene, perché oggi sono qui a parlare del seguito di un libro che ho amato e di cui ho parlato proprio la settimana scorsa qui.
Titolo: I Serpenti di Marklant
Autore: Miki Monticelli
Casa editrice: Autopubblicato (link)
Genere: Fantasy
Trama: “Incastonata tra cime che artigliano il cielo, a guardia di terre selvagge e terribili, la fortezza di Marca ha resistito per più di seicento anni nella morsa di un assedio senza speranza.
Sono stati una giovane donna coraggiosa, un ostinato Dragone e il leggendario “Sangue dei Pugno” a salvare le sue mura e la sua gente. Solo grazie a questo ora Armi, Arti e Dragoni combattono ancora una volta fianco a fianco. Ma da allora i nemici che attaccano da nord — le mostruose creature né vive né morte che abitano la Conca e temono soltanto sole e fuoco — sono diventati ancora più implacabili e voraci e il Baluardo che protegge la fortezza inizia a vacillare.
Solo la memoria dei Pugno sostiene la Città Fortificata. La Landa mira ad allungare gli artigli sulle sue riserve di prezioso metallo e le sue incredibili macchine volanti. Per di più, da mesi un’oscura massa di nubi sembra aver inghiottito il sole e l’arrivo di due stranieri da nord scompagina i già flebili equilibri di Marca. Chi sono veramente Ian e Hiccam di Ooterham? Cosa vogliono?
E possono davvero essere gli unici in grado di salvare Marca?“
Del primo libro di Marklant ho parlato proprio sabato scorso, quindi già avete un’idea dell’ambientazione; ma, visto che questo seguito si svolge trent’anni dopo il precedente, si possono notare alcuni cambiamenti, sia per quanto riguarda le armi e il modo di combattere, sia per quanto riguarda i rapporti tra Marca e la Landa.
È una cosa che ho particolarmente apprezzato, proprio perché fin troppo spesso i mondi fantasy sono immutabili e congelati in una sorta di Medioevo. Tra il Sangue e i Serpenti si possono notare variazioni di strategia e di modo di pensare dei personaggi, che io ho davvero apprezzato. Non faccio spoiler sul finale del Sangue, ma l’evento che chiude il libro dà inizio a molti cambiamenti. Sono stata molto contenta di vedere i suddetti cambiamenti implementati, perché non sarebbe stato logico che tutto continuasse come prima. Questa ambientazione è dinamica e anche se non se ne vede che uno scorcio – di nuovo, il libro è ambientato in un unico luogo, ovvero Bircym – i molti personaggi che interagiscono hanno modo di raccontare dettagli anche di quello che c’è oltre.
Ho amato ritrovare in questo libro l’atmosfera del precedente, anche se diversa. Se nel Sangue la storia si focalizzava su Drith, qui i personaggi principali sono molti e tutti aggiungono dettagli e colore a un mondo già vivido. Tutte le loro storie si intrecciano per portare avanti la trama principale e, come ha detto anche l’autrice, sono stati i personaggi a costruire la trama un po’ alla volta. Questo, secondo me, si sente e li rende molto vividi. Per quanto mi siano piaciuti tutti – sì, persino quelli irritanti… – ho un amore particolare per Ian, che incarna uno dei miei archetipi preferiti pur rendendolo originale, e Ratch, per la quale non sono necessarie spiegazioni! ❤
Essendo ambientato a trent’anni di distanza dal primo libro, questo – come il primo – può essere letto come autoconclusivo. Secondo me, funziona molto meglio se letto dopo il Sangue, ma l’ordine non è affatto vincolante e entrambi i libri stanno in piedi da soli senza problemi.
Infine, un ultimo punto. A volte, mi capita di non riuscire a trovare nulla da leggere, nemmeno tra tutti gli arretrati della mia lista To-Be-Reading eterna, che mi soddisfi e mi catturi. Ho approcciato la lettura dei Serpenti in un periodo di questo tipo, dopo essermi trovata un libro dietro l’altro che non mi ha entusiasmata. Beh, i Serpenti è stato il libro di cui avevo esattamente bisogno al momento… cosa che mi fa sentire in colpa per non averlo letto prima! Mi ha salvata da un blocco del lettore che durava da fin troppo tempo e solo per questo merita la mia gratitudine incondizionata.
Insomma, che lo dico a fare: consigliatissimo!
Voto: ★★★★★
L’ha ribloggato su Miki Monticelli.
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